Uno dei complessi architettonici e artistici più belli e interessanti dell’Umbria, anche per via della qualità delle opere in essa contenuta, è la Chiesa di Sant’Agostino a Narni.
La meraviglia della Chiesa di Sant'Agostino di Narni.
Dove oggi sorge l’enorme mole del complesso della Chiesa di Sant’Agostino, c’era un tempo il Monastero benedettino di Sant’Andrea in Valle, con chiesa già parrocchia, che venne concesso all’ordine agostiniani nel 1266 da Orlando Vescovo di Narni.
I frati cominciarono a edificarla attorno al ‘300 e l’attuale struttura viene datata agli ultimi decenni dello stesso secolo.
Un complesso ricco di opere d'arte d'eccezione.
La facciata presenta linee spoglie ed essenziali, caratteristico il portale in travertino del XV secolo. Sulla destra, a richiamare la particolare storia dell’edificio, un’edicola con affresco che raffigura Maria col Bambino tra Sant’Agostino e Sant’Andrea, datata attorno al 1470 e attribuita a Pancrazio Jacovetti da Calvi.
L’interno della chiesa si presenta a tre navate, divise da due file di pilastri sottili e slanciati che sostengono le ampie arcate.
Il soffitto ligneo della navata centrale al centro ha un ovale con una cornice imponente, contenente una grandiosa tela, del tardo barocco, che raffigura la gloria di Sant’Agostino in gloria che abbatte gli eretici.
Degni di nota sono gli altari e le opere delle due navate laterali tra cui: una Madonna della cintura opera del pittore narnese Michelangelo Braidi, di pregio assoluto sono l’Abside, la nicchia con Madonna col Bambino di Piermatteo d’Amelia, e la Cappella di San Sebastiano.
L'Abside e i preziosi affreschi del Maestro della Dormitio.
L’abside gotica nella zona inferiore conserva, sotto elementi più tardi, alcuni affreschi di fine ‘300, inizio ‘400 che son stati attribuiti al Maestro della Dormitio di Terni, personalità attiva nell’Umbria meridionale tra il XIV e XV secolo.
In particolare, viene attribuita a questo artista, la figura del Cristo Giudice sotto la finestra centrale.
Sopra quelli medievali e nelle volte, altre opere e decorazioni di periodo tardo barocco.
La Madonna col Bambino di Piermatteo di Amelia.
Ad impreziosire la controfacciata della chiesa, in una nicchia sulla sinistra dell’ingresso, si ammira un notevole affresco raffigurante la Madonna col Bambino tra le Sante Lucia e Apollonia, datato 24 ottobre del 1482 da Pier Matteo d’Amelia.
Impegnato in quegli anni alla realizzazione della Cappella Sistina, al fianco di artisti come il Perugino, Filippo Lippi e il Pinturicchio, l’artista dimostra in questo dipinto la maestria raggiunta sul finire del XV secolo.
Al centro la Vergine col Bambino, tenuto in piedi sul grembo, in atto di benedizione. A sinistra santa Lucia con i simboli del martirio e a destra Sant’Apollonia. Ai lati un delicato paesaggio primaverile e sulla volta, dentro un medaglione, Dio Padre.
Nel fregio che corre sopra la nicchia, lo stemma della famiglia narnese Gattamelata, non lascia dubbi in merito alla committenza di quest’opera pittorica.
La Cappella di San Sebastiano.
Collegata da un grande arco a sesto acuto, subito a sinistra dopo l’ingresso, la Cappella di San Sebastiano conserva un complesso ciclo decorativo realizzato in un arco cronologico che parte dagli ultimi anni del XV secolo fino al 1538.
Le raffigurazioni sulle pareti e le lunette raccontano quattro episodi, tre di San Sebastiano, uno di Sant’Agostino:
- San Marco e San Marcelliano accompagnati al martirio da San Sebastiano;
- San Sebastiano colpito dalle frecce;
- Il Martirio di San Sebastiano;
- la Visione di Sant’Agostino in riva al mare.
Sulla parete di fondo, ai lati dell’altare – che ospitava una tela raffigurante il Santo trafitto dalle frecce, ora nella Cattedrale di San Giovenale – sotto un cielo stellato i volti della Vergine e dell’Arcangelo Gabriele.
Sulle splendide volte a crociera sono rappresentati: il Salvator Mundi, i Dottori della Chiesa e gli Evangelisti e due vescovi, probabilmente San Giovenale e San Cassio.
Si pensa che la prima bottega a lavorare alla Cappella, in particolare sulla realizzazione dell’Annunciazione e gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa della volta, fu quella di un Maestro Antoniazzesco, ossia formatosi sul linguaggio del pittore romano Antoniazzo Romano.
Poi, come attestato da un documento del 1523, la commissione venne affidata ai fratelli Lorenzo e Bartolomeo Torresani.
Infine, come attestato da un cartiglio in mano a un angelo dove Lorenzo si dispiace di non poter finire l’opera, intervenne una terza bottega che concluse i lavori nell’anno 1538 come riportato su uno dei candelabri dipinti sulla parete di sinistra.
Al fianco della cappella, l’Oratorio della Confraternita di San Sebastiano, con un affresco cinquecentesco con la Crocifissione.
Immagini: @Alessandro Novelli
Il Chiostro di Sant'Agostino.
Stupendo è anche il Chiostro del Convento di Sant’Agostino, ampliato nel 1693 su struttura preesistente come riportato in una targa presente tra due archi “CLAUSTRUM HOC FUNDITUS SUIS SUMTIBUS EREXTIT P.B. IUVENALIS SISTI NARN. AD 1693”.
Il chiostro è arricchito da 33 lunette afrescate nel corso del XVIII secolo, si ipotizza, dal narnese Federico Benincasa con storie della vita dei Santi e Beati Agostiniani.
Chiesa di Sant'Agostino
Via Asilo, 25, 05035 Narni TR
Per raggiungere la Chiesa di Sant’Agostino è bene lasciare l’auto presso il Parcheggio del Suffragio e salire attraverso un ascensore dedicato sino al complesso.
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